Hanno debuttato nei principali Festival internazionali, facendosi amare dalla Critica e dal pubblico e conquistando premi su premi, dalla Palma d’oro all’Oscar: sono gli horror d’autore.

In occasione dell’arrivo al cinema di Watcher  – il film di Chloe Okuno presentato all’ultimo Sundance Film Festival – ripercorriamo i fenomeni che hanno fatto parlare di sé sul red carpet (e in sala).

And the Oscar goes to…

Quando parliamo di premi cinematografici, gli Academy Awards certo sono i primi a venirci in mente. Soprattutto se pensiamo all’edizione 2018, che vede salire sul palco del Dolby Theatre l’esordiente Jordan Peele, regista e sceneggiatore di Scappa – Get Out: un film originale e fuori dagli schemi, diventato ben presto cult (oltre che campione di incassi in tutto il mondo).

La statuetta è quella per la Migliore Sceneggiatura Originale, su ben quattro candidature: Miglior Attore Protagonista a Daniel Kaluuya , Miglior Regia e Miglior Film. Queste ultime andranno a Guillermo del Toro con la Forma dell’acqua, a conferma del fatto che il Cinema di genere ormai non ha più confini.

Ma non è certo la prima volta che un film horror si fa notare agli Oscar: sono tantissime le candidature e le vittorie “tecniche” (trucco, effetti speciali, sonoro) susseguitesi negli anni, così come quelle per la colonna sonora: una su tutte l’iconica musica de Lo squalo firmata John Williams, premiata nel 1976.

A far scalpore due anni prima era stato il record di nomination (ben dieci) de L’esorcista, che vince come sceneggiatura non originale e sonoro. Ancora imbattuto, e imbattibile, anche nel cuore degli spettatori.

Horror sulla Croisette

Ma prima degli Oscar c’è la stagione dei grandi Festival, tra cui il leggendario Festival di Cannes. È qui che nel 2014 debutta l’iconico It Follows di David Robert Mitchell, con protagonista Maika Monroe (che rivedremo in Watcher).

Ed è qui soprattutto che nel 2021 Julia Ducournau conquista a sorpresa la Palma d’Oro con lo sconvolgente Titane, lasciando un segno indelebile nella storia del Festival. La regista aveva debuttato al Festival nel 2016 con Raw, nella selezione della Settimana internazionale della critica; lo stesso anno in concorso per la Palma partecipava il chiacchierato The Neon Demon di Nicolas Winding Refn.

A tornare sulla Croisette nel 2022 è invece il Maestro indiscusso del Body Horror David Cronenberg, con il visionario Crimes of the future: per lui è la sesta volta, dopo aver conquistato nel 1996 il premio della Giuria con Crash, e presentato Spider nel 2002, A History of violence nel 2005, Cosmopolis nel 2012 e Maps to the stars nel 2014.

Cronenberg è stato anche Presidente di Giuria, nel 1999; proprio in quell’anno tra i titoli in corsa nella Quinzaine des Réalisateurs figurava un horror decisamente atipico, che vincerà poi il “Premio Giovani” per il miglior film straniero, e che farà la storia: The Blair Witch Project.

E alla fine arriva il Sundance

Alla fine, o forse dovremmo dire all’inizio: il successo di molti degli horror più interessanti degli ultimi anni inizia infatti proprio dal Festival indie organizzato nello Utah.

È il caso del già citato Get Out, ma anche dell’altra pellicola che ha caratterizzato lo scorso decennio, diventando un caso internazionale: Babadook di Jennifer Kent, presentato nel 2014.

Gli applausi dell’edizione 2022 sono andati invece a un’altra talentuosa regista emergente: Chloe Okuno. Un motivo in più per non perdere il suo Watcher, dal 7 settembre nei cinema italiani.


0 commenti