Il 4 Gennaio 2021 è arrivato in esclusiva su Amazon Prime Video La Stanza, il nuovo film di Stefano Lodovichi con Camilla Filippi, Edoardo Pesce e Guido Caprino protagonisti.
La Stanza: una storia intrigante
Stella vaga per una grande casa, apparentemente trascurata, nel mezzo del nulla, indossando un vestito da sposa sporco e logoro. Il trucco le cola sul viso, i capelli sono disordinati e l’esterno si percepisce freddo e deserto nei dintorni. Ma, quando Giulio suona alla porta tutto cambia. Quest’ultimo sembra uno sconosciuto per la donna e, con giochi di parole e un modo di fare determinato e sfrontato, ottiene ospitalità per la notte. Ma siamo sicuri che Stella non lo conosca? Quando entra in scena il marito interpretato da Edoardo Pesce, con cui lei ha un passato tormentato e un presente complicato, la storia prende un’altra piega e prende forma un incubo misterioso, inquietante e intricato.

Attori in parte che sfruttano bene una sceneggiatura solida e intricata
La sceneggiatura di questo thriller a tinte horror di Lodovichi è lineare e attenta a mantenere il ritmo del film sempre sostenuto e incalzante. Il realismo convive con il surreale, lasciando spazio a metafore più o meno comprensibili. Occorre prestare attenzione ai dettagli e leggere i volti dei protagonisti per comprendere il grande disegno del regista. Un thriller psicologico che esplora le diverse sfumature dei personaggi, coinvolti in una dinamica familiare tra luci e ombre, con questioni irrisolte alle spalle. Caprino e Filippi, in particolare, regalano interpretazioni magnetiche e realistiche, sia nei confronti tra loro, sia singolarmente.
Fotografia accattivante e suggestiva
Già dalla locandina del film si nota una cura della fotografia. Toni lividi, ambienti umidi e una luce tipica di location uggiose e nebbiose del Nord, compongono un’estetica suggestiva e adatta alla storia che si racconta. Tra interni ed esterni si nota una caratterizzazione uniforme, e il film assume valore artistico rendendo giustizia alla maggior parte delle inquadrature.

Una regia ambiziosa
Lodovichi sfoggia una indubbia padronanza della macchina da presa, esplorando lo spazio in modo originale e ambizioso. Quando il personaggio di Caprino si prepara all’azione montando il trapano e passando in rassegna i vari sacchetti di plastica e reperti utili, o quando sempre lui, nei panni del carnefice e folle che tiene sotto scacco la coppia Filippi-Pesce, si muove minaccioso nella cucina impegnato in un acceso interrogatorio, lo spettatore si sente partecipe ed è lì con lui.
Il regista divide con equilibrio le parti, dando a ogni personaggio modo di esprimersi, spiegare la sua posizione, il suo background, e le giustificazioni che lo hanno portato fino a quel punto. Una fusione armoniosa tra attore e ambiente dall’inizio alla fine del film, grazie a una regia moderna, sicura e provocatoria. In alcuni momenti è difficile non pensare a Shining, come quando Caprino sale le scale insanguinato per finire la sua opera sanguinaria, o quando prova a irrompere con forza nella stanza del figlio di Stella.
La casa
Con le sue pareti scolorite, l’intonaco deteriorato, ma uno stile elegante e coloniale con una scala maestosa che porta al piano superiore, la casa in cui è ambientato il film si rivela una vera co-protagonista. Richiama un po’ quelle dimore antiche che custodiscono nelle pareti ricordi, rimpianti e segreti non confessabili, come quelle di Haunting – Presenze, la serie Haunting of Hill House e altre location di film horror o ghost movies. Per non parlare delle grandi finestre a vetrata che regalano inquadrature visivamente ammalianti che sembrano quadri che puntano all’immediatezza.
0 commenti