«Perché ci siamo trasferiti qui, se ci vive già qualcuno?» Questa frase di Possession – L’appartamento del diavolo ci ha ispirati per un viaggio alla scoperta delle case infestate più inquietanti, e dei misteri nascosti in queste dimore: dall’Italia alla California passando per Madrid (dove si svolge il film di Alberto Pintó, ispirato a terribili fatti realmenti accaduti).

Ca’ Dario – Venezia | La casa che uccide

Partiamo da Venezia, per la precisione da un magnifico palazzo riccamente decorato che si affaccia sul Canal Grande: Ca’ Dario.

Gabriele D’Annunzio lo descrisse “inclinato come una cortigiana decrepita sotto la pompa dei suoi monili”, mentre Claude Monet lo dipinse in una serie di splendide opere, immortalandolo in diverse atmosfere di luce, sempre con la sua caratteristica – o inquietante – inclinazione verso sinistra. Ma Ca’ Dario è semplicemente un edificio dal fascino inusuale, o davvero è “la Casa che uccide”, come si dice tra le calli?

Certo è che la sorte di molti suoi proprietari è stata davvero tragica e misteriosa. A partire dalla figlia di Giovanni Dario, che la fece edificare: Marietta si suicida dopo l’accoltellamento del marito, il loro figlio Giacomo verrà assassinato a Creta.

Queste morti sconvolgono i veneziani, che anagrammano l’iscrizione della facciata di Ca’ Dario, trasformandola da VRBIS GENIO IOANNES DARIVS a SVB RVINA INSIDIOSA GENERO, ovvero “Io genero sotto una insidiosa rovina”.

Passano i secoli – tra misteriosi incidenti e fallimenti – e un efferato omicidio avviene proprio tra le mura del palazzo: nel 1970 il nuovo proprietario, il Conte Filippo Giordano delle Lanze, viene ucciso, la testa fracassata da un vassoio d’argento.

La maledizione sembra abbattersi anche su alcuni dei successivi proprietari: dal manager dei The Who Kit Lambert, morto a soli 46 anni cadendo dalle scale (aveva venduto Ca’ Dario, e raccontava di dormire nel chiosco dei gondolieri per sfuggire al tormento dei fantasmi che la abitavano), fino all’imprenditore Raul Gardini, travolto dall’inchiesta Mani Pulite e trovato morto suicida nella sua casa di Milano. È il 1993. L’edificio verrà acquistato da una compagnia statunitense solo nel 2006.

Non prima però di aver alimentato ancora la sua leggenda nera: nel 2002 il bassista dei The Who John Entwistle muore d’infarto in Nevada. Sembra che fosse appena tornato da una vacanza a Venezia, dove aveva affittato un palazzo sul Canal Grande…

Winchester House – San José | Una dimora per gli spiriti

Sarah Pardee ha solo 42 anni quando eredita dal marito un patrimonio milionario, che comprende anche il 50% della sua società: la Winchester Repeating Arms Company. È il 1881.

La vedova si ritrova completamente sola: l’unica figlia della coppia era infatti morta a poche settimane dalla nascita nel 1866, gettandola in una terribile depressione.

La vita di Sarah sarà invece ancora lunga: quattro decenni, che la vedova Winchester impegnerà nella costruzione di una mastodontica magione. Non nel Connecticut, bensì a San José, California.

Perché trasferirsi da una Costa all’altra? Perché avviare lavori che dureranno 38 anni, 24 ore al giorno, 7 giorni la settimana, 365 giorni l’anno, dando vita – senza un progetto definito – a una dimora gigantesca e labirintica (160 stanze, all’interno della quale gli stessi domestici dovevano muoversi muniti di mappa, per non perdersi), dove il numero 13 si ripete in modo ossessivo?

La risposta è tanto semplice quanto inquietante. Sarah non stava costruendo una casa per sé: la dimora – come indicatole da una medium – doveva ospitare gli spiriti delle persone morte a causa della carabina Winchester. Per mettere fine alla maledizione che aveva colpito la sua famiglia e per non morire lei stessa, i lavori non avrebbero mai dovuto essere interrotti.

Sarà effettivamente solo la morte di Sarah, nel 1922, a terminare i lavori della inquietante Winchester House, che dopo pochi mesi aprirà le sue porte ai primi visitatori, curiosi di percorrere le tante scale, i corridoi ciechi e le misteriose stanze della casa costruita per gli spiriti.

La storia della vedova ispirerà narratori del calibro di Stephen King, e continuerà a terrorizzarci con due film ambientati in questa dimora da brivido: Haunting of Winchester House nel 2009, e La vedova Winchester – con la Premio Oscar Helen Mirren – nel 2018.

La Casa dei Sette Camini – Madrid | Da nido d’amore a nido d’orrore

Madrid è una città regale, maestosa… e ricca di misteri. Si dice che lo spirito di un drammaturgo assassinato si aggiri dietro le quinte dell’antico Teatro Eslava, e che chi ha il coraggio di avventurarsi nel Sanatorio del Santo Ángel de la Guarda – divenuto ospedale psichiatrico e poi abbandonato – assista a fenomeni inquietanti e inspiegabili.

Senza contare gli efferati omicidi e morti violente susseguitesi in un edificio di Calle Antonio Grilo, o il cosidetto Caso Vallecas, che ha ispirato il film Veronica di Paco Plaza.

La storia della Casa dei Sette Camini di Plaza del Rey inizia invece come una storia d’amore. O forse dovremmo dire le storie? Ci sono infatti diverse ipotesi sul destino della bella Elena, che in quella casa visse e morì, e che sembra aggirarsi ancora tra i comignoli sul tetto nelle notti d’estate.

Sappiamo che Elena viveva qui con il marito, il Capitano Zapata. Sappiamo che Zapata cadde nella Guerra delle Fiandre, e che Elena fu trovata morta nella casa. Ma come? E che fine ha fatto il corpo?

C’è chi dice che Elena si sia lasciata morire, distrutta dal dolore per la morte del marito… ma secondo molti il mistero è bene più fitto, e coinvolge il sovrano Filippo II di Spagna, del quale sarebbe stata l’amante.

Gelosia, follia d’amore sfociata in un suicidio dopo un matrimonio di copertura… o addirittura omicidio? Elena era davvero incinta del sovrano, e per questo pugnalata a morte?

Una versione vede il padre di Elena accusato di averla stuprata, un’altra lo considera ingiustamente accusato dell’omicidio e morto suicida, impiccato a una trave della casa.

Secondo altri Elena sarebbe stata una figlia illegittima di Filippo II, e si sarebbe pugnalata al cuore il giorno del suo ventesimo compleanno.

Il ritrovamento nell’edificio – durante dei lavori nel 1960 – di una stanza murata contenente le ossa di uno scheletro umano di sesso femminile, di un pugnale e di alcune monete del XVI secolo non aiuta a far luce sul tragico destino di Elena.

Che forse per questo continua ad aggirarsi nella Casa dei Sette Camini, ricordando un amore, o magari cercando vendetta.


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