Se girando per Madrid deciderai di cercare l’edificio al numero 32 di Calle Manuela Malasaña, non lo troverai: nella realtà infatti i civici si fermano al numero 30. Ma la terrificante storia al centro di Possession – L’appartamento del diavolo (titolo originale appunto Malasaña 32) è invece ispirata a eventi reali. Reali, e spaventosi.

Teatro di queste agghiaccianti storie è proprio l’antico quartiere di Malasaña. Per la precisione un edificio di Calle Antonio Grilo, al numero 3: un palazzo che sembra rientrare a pieno titolo nella categoria di “Casa maledetta”.

La prima morte violenta documentata tra le mura del numero 3 risale al 1945, quando viene ritrovato il corpo di un camiciaio, ucciso da un candelabro. Nel 1948, un’altra vittima: un uomo, sembra assalito alle spalle.

Ma è nel 1962 che in tutta la Spagna si diffonde la fama sinistra di Calle Antonio Grilo, dopo una raccapricciante tragedia: lo sterminio efferato di un’intera famiglia. Un evento reso ancora più inquietante dal fatto che l’omicida – il sarto José María Ruiz Martinez – è un padre che massacra la moglie e i suoi cinque bambini… e che prima di togliersi la vita dice che sono state delle voci a ordinarglielo.

Un uomo normale e mite che improvvisamente stermina la sua famiglia, mostra dal balcone i cadaveri dei figli, chiede di parlare con un prete e infine si spara. Un raptus, una tragica decisione scatenata da un dissesto finanziario… o qualcosa di più oscuro?

Quello che sappiamo è che già nei decenni precedente la strada si era tinta di sangue: non solo le morti violente degli anni Quaranta, ma altri omicidi risalenti all’Ottocento, e uno sconvolgente ritrovamento di cadaveri di feti proprio nelle fondamenta del palazzo confinante con il civico 3.

Anche l’ultima vittima di cui si ha notizia è un bambino: un neonato – figlio di una ragazza madre – che viene strangolato dalla ragazza, il corpo nascosto in un cassetto. È il 1964, e il loro appartamento si trova al piano sopra casa Martinez.

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